Nelle dinamiche di Alienazione Parentale, alcuni genitori dominanti presentano un io diviso, dovuto ad una scissione interna buono/cattivo.
Chi non è con lui è contro di lui.
Le relazioni affettive non sono autentiche, ma strumentali. Il genitore alienante si serve dell’altro finché gli serve, al momento opportuno lo scarica.
Capita frequentemente nelle CTU che il genitore sentendosi minacciato dalla valutazione peritale, addossi la responsabilità di taluni comportamenti al figlio, tradendo, di fatto, il patto di lealtà tra loro. Invece, il figlio ha una grande paura di essere abbandonato e abbandonare il genitore dominante, di tradire la sua fiducia, per questo gli “conviene” continuare ad essere alleato a lui.
Un rapporto simbiotico in cui genitore e figlio si fondono e confondono, dove non ci sono limiti e confini.
Apparentemente un legame affettivo sano e forte, di fatto un non-rapporto, connotato da dipendenza affettiva e manipolazione.
Il genitore alienante ha paura di essere abbandonato, ma è il primo ad abbandonare.
Parole chiave come “tradimento” e “abbandono” ricorrono spesso in alcune narrazioni e vissuti di questa tipologia di genitori all’interno delle CTU. La separazione viene vissuta come un vero e proprio tradimento, una ferita narcisistica che non si riesce a sopportare, una frustrazione che deve essere sedata distruggendo il traditore o la minaccia incombente.
E’ questo il ricatto psicologico a cui soccombe il figlio. Egli avverte che se sceglie l’altro genitore o, in generale, se si permette di provare e mostrare qualche sentimento positivo verso di lui, il genitore dominante lo traduce in tradimento e, di conseguenza, il figlio sentirebbe il rischio di essere abbandonato.
La scelta del figlio di schierarsi con il genitore dominante è una imposta dal conflitto di lealtà: scelgo questo genitore per porre fine al massacro psicologico in atto.
Una pressione psicologica insopportabile per il bambino che per sopravvivere è costretto a scegliere e a mostrarsi ostile nei confronti dell’altro genitore.
Leggendo l’Alienazione Parentale in questi termini, si può facilmente evincere che il bambino non è un nemico per il genitore alienato, ma un ostaggio del genitore dominante. Mai smettere di mollare, al momento opportuno sarà lo stesso genitore alienante ad abbandonare il figlio.
E’ solo una questione di tempo.
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