Attento a ciò che desideri perché potresti ottenerlo.
Questo aforisma potrebbe essere un monito per il genitore alienato nel momento in cui il Tribunale dovesse decidere di allontanare il figlio dall’altro genitore dominante e affidarlo a lui.
E ora?
I riflettori del Tribunale si spengono, rimane il genitore alienato da solo con il figlio.
Non pensiamo che un provvedimento giudiziario favorevole sia il punto di arrivo, ma di inizio. Che fare?
Il genitore alienato si troverebbe da solo a dover gestire il rapporto sfilacciato con il figlio.
Non è mica semplice. E’ l’inizio della salita.
Il figlio, sia che provenga direttamente da casa del genitore dominante, sia che da una struttura protetta, avrà sempre un io scisso, essendo ancora immerso in un conflitto di lealtà che non gli consentirà di fidarsi del “nuovo” genitore.
Dobbiamo considerare che il figlio ha subito per mesi/anni il rapporto simbiotico condizionante con l’altro genitore per cui, anche se un provvedimento del Tribunale riuscisse ad allontanare genitore e figlio, in quest’ultimo rimarrebbe un residuo di speranza di far rientro a casa del genitore dominante. Possiamo solo immaginare alcune delle raccomandazioni di quest’ultimo:
– tieni duro, torneremo a vivere insieme;
– non preoccuparti, tornerai da me;
– mi racccomando, non tradirmi, torneremo a vivere insieme;
– lo so che adesso mi tradirai con tuo padre/tua madre, ma tanto sappi che tornerai da me.
Il genitore alienato si troverebbe a dover gestire una situazione non facile, soprattutto se il provvedimento del Tribunale dovesse prevedere il coinvolgimento del genitore dominante, ad esempio con telefonate e “incontri protetti”: mantenere contatti con il genitore alienante verrebbe ridefinito da quest’ultimo come prova per il figlio che il legame esclusivo tra loro rimarrà e ritornerà come prima. E’ solo una questione di tempo.
Il genitore alienato, quindi, potrebbe iniziare a provare sconforto perché il Tribunale gli ha riportato un figlio che continua a desiderare fortemente l’altro genitore. In alcuni casi, il genitore alienato tenderebbe a cedere, “riconsegnando” gradualmente il figlio all’altro genitore. Per cui, ogni provvedimento del Tribunale dovrebbe prevedere, almeno nei primi mesi, l’assenza di contatto tra figlio e genitore dominante, così da facilitare la ripresa del rapporto genitore alienato-figlio.
D’altro canto, il genitore alienato deve imparare a conoscere i propri limiti, comprendendo che se il figlio lo ha rifiutato, la responsabilità è anche attribuibile alla sua scarsa assertività e al suo atteggiamento passivo.
Serve un supporto psicologico specialistico per genitore e figlio.
Questo è l’incipit di una rinnovata cultura su questo tema e proprio su questo stiamo lavorando.
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