COMUNICATO INVIATO IN DATA 20 MAGGIO 2013
Gentili ed egregi colleghi,
la Corte d’Appello di Brescia – con decreto del 3.5.13 depositato il 17 maggio – ha saggiamente confermato che il minore di Cittadella sia affidato ai Servizi Sociali e collocato presso il padre. Vi allego il decreto nel quale potrete anche evincere come la Corte abbia censurato il comportamento ostacolante della madre. Sabato 18 maggio negli Stati Uniti è stato pubblicato il DSM 5 che, come avrete modo di verificare nell’allegato, pur non nominandola, dà largo spazio a quella che viene (o veniva?!) chiamata sindrome da alienazione parentale. Gli autori delineano il fenomeno relazionale e in particolare gli effetti negativi sullo sviluppo e sulla maturazione psicologica del bambino.
Vedrete che nella nuova versione del DSM vengono approfonditi diversi fenomeni quali: abuso psicologico, problemi relazionali genitori-figli, disturbo psicotico indotto (folie a deux) e la sindrome di Munchausen per procura, un’altra sindrome che, come quella di Stoccolma, descrive un fenomeno reale usando la parola “sindrome” in modo metaforico. In attesa della traduzione ufficiale italiana del DSM 5, Vi allego degli estratti in inglese del DSM con una riflessione manzoniana.
Cari saluti
Guglielmo Gulotta www.fondazionegulotta.org
Allegato DSM-5 e Alienazione Parentale e Riflessione manzoniana DSM-5 e Alienazione Parentale
Parent-child relational problem “may include negative attributions of the other’s intentions, hostility toward or scapegoating of the other, and unwarranted feelings of estrangement.”
Child psychological abuse “nonaccidental verbal or symbolic acts by a child’s parent or caregiver that result, or have reasonable potential to result, in significant psychological harm to the child.”
Child affected by parental relationship distress “when the focus of clinical attention if the negative effects of parental relationship discord (e.g., high levels of conflict, distress, or disparagement) on a child in the family, including effects on the child’s mental or other physical disorders.”
Factitious disorder imposed on another “falsification of physical or psychological signs or symptoms, or induction of injury or disease, in another, associated with identified deception.”
Delusional symptoms in partner of individual with delusional disorder “In the context of a relationship, the delusional material from the dominant partner provides content for delusional belief by the individual who may not otherwise entirely meet criteria for delusional disorder.”
Riflessione manzoniana Tratto da “I promessi sposi” cap. XXXVII
Dice adunque che, al primo parlar che si fece di peste, don Ferrante fu uno de’ più risoluti a negarla, e che sostenne costantemente fino all’ultimo, quell’opinione; non già con ischiamazzi, come il popolo; ma con ragionamenti, ai quali nessuno potrà dire almeno che mancasse la concatenazione. – In rerum natura, – diceva, – non ci son che due generi di cose: sostanze e accidenti; e se io provo che il contagio non può esser né l’uno né l’altro, avrò provato che non esiste, che è una chimera. E son qui. Lesostanze sono, o spirituali, o materiali. Che il contagio sia sostanza spirituale, è uno sproposito che nessuno vorrebbe sostenere; sicché è inutile parlarne. Le sostanze materiali sono, o semplici, o composte. Ora, sostanza semplice il contagio non è; e si dimostra in quattro parole. Non è sostanza aerea; perché, se fosse tale, in vece di passar da un corpo all’altro, volerebbe subito alla sua sfera. Non è acquea; perché bagnerebbe, e verrebbe asciugata da’ venti. Non è ignea; perché brucerebbe. Non è terrea; perché sarebbe visibile. Sostanza composta, neppure; perché a ogni modo dovrebbe esser sensibile all’occhio o al tatto; e questo contagio, chi l’ha veduto? chi l’ha toccato? Riman da vedere se possa essere accidente. Peggio che peggio. Ci dicono questi signori dottori che si comunica da un corpo all’altro; ché questo è il loro achille, questo il pretesto per far tante prescrizioni senza costrutto. Ora, supponendolo accidente, verrebbe a essere un accidente trasportato: due parole che fanno ai calci, non essendoci, in tutta la filosofia, cosa più chiara, più liquida di questa: che un accidente non può passar da un soggetto all’altro. Che se, per evitar questa Scilla, si riducono a dire che sia accidente prodotto, dànno in Cariddi: perché, se è prodotto, dunque non si comunica, non si propaga, come vanno blaterando. Posti questi princìpi, cosa serve venirci tanto a parlare di vibici, d’esantemi, d’antraci…? – Tutte corbellerie, – scappò fuori una volta un tale. – No, no, – riprese don Ferrante: – non dico questo: la scienza è scienza; solo bisogna saperla adoprare. Vibici, esantemi, antraci, parotidi, bubboni violacei, furoncoli nigricanti, son tutte parole rispettabili, che hanno il loro significato bell’e buono; ma dico che non han che fare con la questione. Chi nega che ci possa essere di queste cose, anzi che ce ne sia? Tutto sta a veder di dove vengano. Qui cominciavano i guai anche per don Ferrante. His fretus, vale a dire su questi bei fondamenti, non prese nessuna precauzione contro la peste; gli s’attaccò; andò a letto, a morire, come un eroe di Metastasio, prendendosela con le stelle.
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