A cura di Marco Pingitore, Psicologo-Psicoterapeuta.
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Maggiori info su: AlienazioneParentale.it
1. Non voglio più vederla, non ha dignità!
Il bambino coinvolto nelle dinamiche di Alienazione Parentale prende in prestito e utilizza frasi non proprio abituali per la sua età.
Domande successive: che intendi per dignità? dove l’hai sentita questa parola?
2. Non ho un padre, lui non è degno di essere un padre, si chiama Marco!
Il bambino coinvolto nelle dinamiche di Alienazione Parentale spersonalizza il genitore alienato, non chiamandolo più “papà”.
3. Una cosa bella della mamma? Ci ha insegnato ad andare in bici anche se cadevo sempre, con papà non cadevo mai!
Il genitore alienato esce sempre perdente dal confronto con quello alienante. Se e quando il bambino riferisce un episodio “positivo” con il genitore alienato, arriva subito dopo la denigrazione oppure se il genitore alienato qualcosa di buono ha fatto è solo grazie all’altro genitore.
4. Devo raccontarti quello che mi ha fatto papà!
Spesso, parallelamente al procedimento civile, si affianca quello penale in cui il padre è accusato di violenza sessuale nei confronti del figlio. Il bambino, negli incontri con il CTU (civile), vuole sciorinare spontaneamente tutte le malefatte del padre, affermando “deve andare in carcere“.
5. Oddio, che faccio? Ho paura…mi alleo con quello più forte, sperando che l’altro si dia una mossa!
Il bambino ad un livello latente, nelle dinamiche conflittuali, soffre il c.d. “conflitto di lealtà”. Davanti al conflitto genitoriale il bambino tenta di instaurare un’alleanza con il genitore in grado di fornirgli un supporto affettivo, al caro prezzo di un’adesione totale al suo atteggiamento disfunzionale.
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