Stai attento che c’è il lupo cattivo che ti mangia. Quante volte abbiamo ascoltato questa frase nella nostra vita. In qualsiasi circostanza poteva materializzarsi il lupo cattivo per mangiarci ed era possibile salvarsi solo se ci comportavamo bene.
Siamo nel 2019 e il lupo cattivo è cambiato in “servizi sociali”: state attenti ai servizi sociali che vi portano via il figlio.
Quante volte abbiamo sentito questi avvertimenti/minacce nell’ambito dei contenziosi civili di separazione e affidamento (e adozioni):
– se non vi comportate bene, chiamiamo i servizi sociali
– se vuoi genitori non andate d’accordo, investiamo i servizi sociali
– vi mandiamo gli assistenti sociali a casa
– i servizi sociali monitoreranno la vostra situazione
– temo che i servizi sociali mi tolgano mio figlio
– dobbiamo scongiurare l’intervento dei servizi sociali
– il Giudice affida il minore ai servizi sociali
Nelle famiglie unite, sembra che la minaccia più ricorrente sia “chiamo i servizi sociali”. Anche il figlio di 8 anni sa che l’art. 403 c.c. potrebbe allontanarlo di casa.
Non c’è causa di separazione senza almeno una relazione agli atti dei servizi sociali del territorio che agiscono senza contraddittorio e in piena autonomia, anche rispetto alle disposizioni del Tribunale.
Infatti, capita frequentemente che il Tribunale disponga X coinvolgendo i servizi sociali e quest’ultimi agiscano in maniera opposta “siamo autonomi, non siamo d’accordo con il tribunale”, non leggendo nemmeno gli atti di causa e la CTU.
Ormai non c’è CTU che non preveda nelle conclusioni l’intervento degli assistenti sociali, anche per disporre le psicoterapie coatte (e illegittime) sui genitori e per i famigerati incontri protetti.
Ogni famiglia divisa ha fatto almeno un giro presso l’ufficio di un assistente sociale o ha ricevuto una sua visita a casa.
Terminato il contenzioso civile di separazione, chi è deputato al monitoraggio? I Servizi Sociali, in aperto spregio all’art. 337 c.c. che prevede sia il Giudice Tutelare a monitorare la situazione, supportato, eventualmente, dai servizi territoriali.
Invece, attualmente accade il contrario. Viene tutto delegato ai servizi sociali il più delle volte senza un controllo del Giudice.
Insomma, per separarsi è necessario un grande coraggio. Se fai una giudiziale è finita: si viene giudicati anche se il genitore è scarsamente empatico o simpatico o se hai 2 o 3 stanze in casa.
Certo, non è possibile fare di tutta l’erba un fascio. Come al solito esistono realtà dei servizi sociali che lavorano bene e tutelano effettivamente i figli dei genitori separati.
Tuttavia, è pacifico ritenere che il sistema è al collasso. Troppe incertezze, troppe minacce, troppe improvvisazioni che portano ad una sorta di “anarchia metodologica” attraverso cui il prevedibile diventa imprevedibile.
Infatti, quando ricorri alla separazione giudiziale, sei costretto a pregare che capiti a te e a tuo figlio il male minore.

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One Comment

  1. Ale 30 Luglio 2019 at 23:49

    A questo punto, mi chiedo, visto che anche gli esperti del mestiere sono al corrente del fatto che questo sistema è al collasso, perché non prendono posizione? Se chiara e netta, nessuno potrà strumentalizzare e generalizzare. Credo che nelle motivazioni della “natalità zero” ci sia dentro anche la domanda “Chi me lo fa fare di mettere al mondo figli?”. Saluti

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