Caro Marco Pingitore,
ho una figlia che ha ormai 15 anni e vive con l’altro genitore. Con lei non ho una buona relazione: non vuole vedermi, sono quasi sempre io a cercarla. Vengo a conoscenza dei suoi spostamenti lo stesso giorno della partenza, quando mi chiama un attimo per dirmi dove sta andando. E’ l’altro genitore che praticamente gestisce mia figlia. Io mi faccio sentire spesso, anche se non nego che ci sono dei momenti in cui cedo ed evito di chiamarla, sperando, invano, che sia lei a farlo. Alterno dei momenti di determinazione a momenti di totale scoramento. Che posso fare?

Gentile Genitore,
purtroppo a quest’età ogni tipo di intervento risulta difficile: sia da un punto di vista giudiziario, sia da quello psicologico se non è la stessa figlia motivata a riallacciare i rapporti con lei. Sicuramente dalla sua parte c’è il contatto, seppur labile e lieve, con sua figlia che rimane costante nel tempo.
Il suggerimento che posso darle è non darsi mai per vinto. I momenti in cui vede tutto nero ci sono e ci saranno, ma rimanga sempre in contatto con sua figlia, non sia mai lei ad interromperlo, seppur momentaneamente.
Sia sempre lì a chiamarla e a farsi chiamare, senza essere invadente e mai rimproverante. Questa situazione non è colpa di sua figlia. E’ importante che lei ci sia sempre, anche in questo modo.
Sappia che i rapporti simbiotici, come quello tra sua figlia e l’altro genitore, tendono a scoppiare. Si basano su vantaggi secondari e non su bisogni affettivi reali. Non sono autentici, ma strumentali. Quando quel rapporto si consumerà, lei ci sarà per sua figlia che non farà fatica a trovarla perché è sempre rimasto lì ad aspettarla. Nonostante tutto.
 

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