1. La Cassazione con la sentenza 7041/13 sancisce che la PAS non esiste
La sentenza si riferisce al tristemente noto “caso di Cittadella“. La famosa sentenza della Cassazione n. 7041 (20 marzo 2013) ha accolto il ricorso della madre del minore perché la PAS non è presente nel DSM e ha cassato il decreto impugnato disponendo il rinvio alla Corte d’Appello di Brescia. Tuttavia, questo è ciò che (forse) non si sa, la Corte d’Appello di Brescia ribalta la situazione. Infatti con decreto del maggio 2013 censura il comportamento della madre e stabilisce il collocamento del minore presso il padre, a prescindere dalla diagnosi di PAS. La Corte infatti scrive che:

il fatto che altri esperti neghino il fondamento scientifico di tale sindrome non significa che essa non possa essere utilizzata quanto meno per individuare un problema relazionale molto frequente in situazioni di separazione dei genitori, se non come una propria e vera malattia […]. Non si tratta di conservare al bambino la bigenitorialità da intendersi come un patrimonio prezioso di cui i figli debbono poter disporre, ma di evitare che attraverso il rifiuto si vada strutturando una personalità deviante”.

Questo decreto non è stato impugnato in Cassazione, per cui è diventato definitivo.
2. La PAS non esiste perché non è inserita nel DSM-5
Probabilmente è utile riprendere quanto afferma il Prof. Marco Casonato nel suo articolo del 2015:

In realtà, escludere a priori ogni riferimento all’Alienazione parentale per un supposto difetto di scientificità non può essere giustificato neppure dalla constatazione che tale locuzione non è presente nella più recente edizione del Manuale diagnostico statistico redatto dalla Associazione degli psichiatri americani (APA): il DSM-5, ossia il repertorio delle patologie psichiatriche. Le dinamiche relazionali – sottostanti alla Alienazione parentale – osservabili in corso di divorzio costituiscono in effetti una massima di comune esperienza e la questione sarà semmai comprendere come si sono verificate, i torti e le ragioni. E’ innegabile infatti che un genitore possa mettere un figlio o i figli ‘contro’ l’altro genitore o un nonno o una nonna, la questione semmai è distinguere quando ciò travalica i meri disdicevoli fatti della vita per trascolorare in pregiudizio dei minori, in violazione di diritti, in manifestazioni psicopatologiche, in pericoli per l’incolumità ed è facile constatare come l’Alienazione parentale costituisca una componente delle crisi familiari altamente conflittuali.

3. Ma il DSM è la bibbia!
Probabilmente è utile riprendere quanto afferma Montecchi nel suo libro del 2014:

Chi esibisce il motivo dell’inesistenza della “sindrome” usa in modo pretestuoso il DSM e non conosce il senso della sua esistenza; chi fa pratica clinica psichiatrica spesso si chiede, e c’è da chiedersi: ma il DSM è veramente depositario di verità diagnostiche?
Nella diagnosi psicologico-psichiatrica ci si riferisce a due principali orientamenti diagnostici: l’approccio categoriale e il dimensionale; il categoriale offre categorie diagnostiche, il dimensionale spiega come le patologie si formano.
Il DSM è una manuale che esibisce diagnosi categoriali, fondamentali per dialogare tra professionisti nel porre le diagnosi delle patologie psichiatriche e che possono avere un criterio condiviso.
In medicina per sindrome si intende, un insieme di sintomi e segni clinici (=quadro sintomatologico), che può essere dovuto a più malattie o a più eziologie. […] C’è una miriade di sindromi non comprese nel DSM e nell’ICD ma riconosciute in medicina e anche in medicina legale: sindrome da indennizzo, sindrome da burnout, sindrome da ospedalizzazione, sindrome da astinenza, sindrome psicosomatica, sindrome di ganser….

4. Quindi, l’Alienazione Parentale nel DSM-5?
E’ spiegato molto bene in questo articolo del 2014 a cura di Camerini, Magro, Sabatello, Volpini.
Altro recente articolo pubblicato su Psicologia Contemporanea (2015).
Ancora il Capitolo 6 a cura di Gulotta e Rossetti (2013).
5. L’Alienazione Parentale come sinonimo di abuso sessuale
Prendiamo in prestito quanto affermano Gulotta e Rossetti (2013), pag. 116:

Il concetto di AP in riferimento al tema delle accuse di falso abuso sessuale, sollevato da Gardner nei casi di separazione caratterizzati da alta conflittualità, è stato ed è ancora oggi osteggiato da un gruppo di avvocati che si autodefiniscono “per donne e bambini abusati”, in quanto lo ritengono uno strumento per difendere i molestatori. Questi ultimi, infatti, utilizzerebbero la diagnosi di PAS come arma con la quale difendersi dalle accuse di abuso sessuale e garantirsi la custodia del figlio abusato. Un bambino che rifiuta o manifesta atteggiamenti negativi nei confronti di un genitore ha sicuramente una buona ragione per farlo, come per esempio, il maltrattamento o l’abuso. In pratica non esiste alcuna alienazione o sindrome. [..] Tuttavia , lo stesso Gardner aveva affermato più volte che non tutte le accuse sono false e deliberatamente costruite, che anzi quest’ultime occorrono solo nel 10% dei casi di PAS.

Inoltre non è raro che si instaurino due procedimenti paralleli: uno Civile per la separazione, l’altro Penale in cui il padre è accusato di violenza sessuale nei confronti del figlio. Quest’ultimo rifiuta la figura paterna. Quindi non vi sarebbe alcuna AP poiché il rifiuto del figlio è motivato dalla (presunta) violenza sessuale (definitiva solo con sentenza della Cassazione). Se il procedimento penale viene archiviato, da dove siano venute fuori le dichiarazioni del bambino sugli abusi sessuali?
Il genitore alienante non è sempre la madre, ma anche il padre.
6. L’Alienazione Parentale si basa solo sulle teorie di Gardner
Gardner è stato uno dei precursori sul tema, nel 1985. Ma già nel 1980 Wallerstein e Kelly indicavano forme di “allineamento” tra un genitore ed uno o più figli con l’obiettivo condiviso di andare contro l’altro genitore.
Esistono numerosi autori che si occupano scientificamente dell’Alienazione Parentale. Due su tutti Kelly e Johnston che hanno formulato il modello concentrico dell’AP. Per una rassegna, consultare l’ottimo articolo di Mazzoni e Nassisi del 2014.
7. I CTU influenzano i Giudici con queste teorie sulla PAS!
Dunque, i CTU possono influenzare, condizionare, suggestionare i Giudici, mentre un genitore non può condizionare un figlio? Il nocciolo della questione non è il dibattito sulla “esistenza” della PAS, ma rispondere ai quesiti del Giudice in modo dettagliato e spiegando le dinamiche che coinvolgono l’intera famiglia divisa.
E’ chiaro che un CTU che si esprime “questo è un caso di Alienazione Parentale” senza spiegare le dinamiche sottostanti, in modo dettagliato, commette un errore grossolano. Un po’ come, nel Penale, quando il CTP scrive “non è stata rispettata la Carta di Noto, quindi le procedure sono inficiate“. In entrambi i casi, CTU e CTP, devono spiegare dettagliatamente, motivandole, le ragioni delle loro conclusioni: il motivo che porta il figlio a rifiutare la madre illustrando le dinamiche relazionali padre-madre-figlio (a prescindere dal DSM-5) e, nel Penale, il motivo per cui le procedure sono da invalidare, non appellandosi genericamente alla Carta di Noto.
8. Dietro i sostenitori (alla stregua dei fan!) della Alienazione Parentale si nascondono movimenti di pedofili.
A chi afferma ciò, bisognerebbe chiedere: “Hai le prove? Bene, perché non denunci questi movimenti?” oppure “Sei a conoscenza, quindi, di movimenti di pedofili alle cui dipendenze sono Avvocati, Magistrati, Psicologi, Psichiatri, Assistenti Sociali? Mi dici quali sono questi movimenti?“.
Un po’ come per la foto del piccolo Aylan, delle teorie dell’11 settembre, del “c’è la massoneria dietro che governa il mondo“: il complottista ha sempre ragione.
A differenza della PAS, la Teoria del Complotto è chiaramente annoverata nel DSM-5, nello specifico a pag. 752.
9. I CTU e CTP fanno un sacco di soldi e carriera con questa storia della PAS!
Per un Professionista che pubblica sulla PAS, c’è una casa editrice che gli permette di pubblicare.
10. Ho letto su Facebook varie critiche sulla PAS.
Beh, il grande merito di Zuckerberg è l’aver dato voce a tutti. Ma proprio a tutti.
10 + 1 (bonus). Ma chi se ne importa del DSM!
Ecco, chi se ne importa? Discussioni infinite e accese su PAS e DSM. Allora perché non parlare di cosa si intenda per “idoneità genitoriale”? Eppure è IL quesito più richiesto ai CTU. Che si intende per “idoneità genitoriale”? Troviamo questa nozione psicoforense nel DSM-5? Ritengo più pericolosa questa ambiguità di significato del termine “idoneità”, premessa di ogni CTU, rispetto alla querelle sull’AP. Forse ancor più pericolosa è la confusione di ruoli che frequentemente avviene tra Assistenti Sociali, Medici e Psicologi. Oppure vogliamo trattare l’argomento degli “incontri protetti”? O ancora delle case famiglia? Insomma, al di là dell’Alienazione Parentale, credo ci sia tanto da discutere.

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