Articolo: La perizia sull’Idoneità a Testimoniare del Minorenne nei Casi di presunta Violenza Sessuale
A cura di: Giovanni Battista Camerini, Marco Pingitore, Giovanni Lopez
Anno: 2016
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Valutare l’idoneità a testimoniare di un soggetto vulnerabile rappresenta sicuramente uno degli argomenti più delicati e complessi nel panorama della psicologia forense. Significa, infatti, muoversi all’interno di una cornice teorica-giuridica non del tutto definita, per comprendere la quale basta pensare alle numerose sentenze della Cassazione in tema di violenza sessuale su minori che sanciscono e, talvolta, rivoluzionano l’orientamento giurisprudenziale sul tema.
In questo campo non di rado l’emotività condiziona quello che dovrebbe essere un approccio valutativo basato esclusivamente su una metodologia scientifica. La violenza sessuale è argomento che suscita reazioni di “pancia” in cui il sospetto dell’abuso proietta verso un’idea di certezza dell’abuso, permettendo così di superare l’angoscia del dubbio ed assumere una un atteggiamento interventista. Può accadere, quindi, che i periti seguano più l’intuito emotivo che la prassi professionale, lanciandosi in valutazioni e interpretazioni personali dei fatti che poi non reggono in sede processuale.
In questo breve articolo tratteremo il tema della perizia volta alla valutazione dell’idoneità testimoniale per il Gip, evidenziando come la stessa sia da espletare prima dell’audizione del minore e non successivamente.
La metodologia scientifica a cui faremo riferimento sono la Carta di Noto (III, 2011) e le Linee guida nazionali – L’ascolto del minore testimone (2010).

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