Cosa prova un bambino coinvolto nelle dinamiche di alienazione parentale?
Di seguito alcune caratteristiche.
#1 – Rabbia
Sentimenti di rabbia nei confronti della situazione in generale e, in particolare, nei confronti del genitore ritenuto responsabile del fallimento familiare. Per i figli, il conflitto di coppia poteva rappresentare una sofferenza, ma comunque un contenitore affettivo funzionale. Raramente i figli invocano la separazione dei genitori conflittuali.
#2 – Conflitto di fedeltà
Nelle prime fasi del processo di alienazione parentale (separazione coniugale), il bambino prova sentimenti ed emozioni che confliggono tra loro: a chi devo essere fedele? In questa guerra senza esclusioni di colpi, devo aggrapparmi a qualcuno, altrimenti soccombo. Ed è qui che entrano in scena le tecniche manipolative e seduttive del genitore dominante, a danno dell’altro genitore.
#3 – Polarizzazione
Si può assistere ad un meccanismo di difesa denominato “scissione” (splitting) attraverso cui il bambino tende a polarizzare emozioni “positive” nei confronti di un genitore, mentre quelle “negative” nei confronti dell’altro rifiutato. Una mancanza di ambivalenza che non permette al figlio di provare sentimenti ambivalenti nei confronti di uno o dell’altro genitore. Solitamente il bambino potrebbe provare rabbia, ma anche affetto “sono arrabbiato con lui/lei, ma gli/le voglio bene“, invece in alcuni casi molto complessi di alienazione parentale, il bambino potrebbe essere portato a provare un sentimento del genere “mamma/papà è buonissima/o, mentre papà/mamma è molto cattivo/a“. In sintesi, il bambino rimane arroccato in una posizione (polarizzazione) per timore di tradire la fiducia del genitore dominante, colui/colei che, in ogni caso, gli dà sicurezza e stabilità: il suo punto fermo. Inoltre, la polarizzazione permette al bambino di direzionare la sua rabbia e la sua aggressività nei confronti del genitore “nemico”: il capro espiatorio.
#4 – Sfiducia
In alcuni casi di alienazione parentale il pensiero del bambino è dominato da sfiducia e sospetto nei confronti del genitore rifiutato e, in generale, nei rapporti affettivi con gli altri. Ha imparato con il tempo a fidarsi solo del genitore dominante, colui che lo ha salvato e continuerà a difenderlo.
#5 – Sono tuo/a
Il bambino coinvolto nelle dinamiche di alienazione parentale, ha sviluppato nel tempo un rapporto fusionale con il genitore dominante. Come tutti i rapporti simbiotici, alla base, in realtà, c’è una strumentalizzazione del rapporto: ti uso finché mi servi. Il genitore alienante, infatti, usa e consuma il rapporto con il figlio per soddisfare i propri bisogni, ad esempio il senso di vuoto affettivo. Una voragine emotiva che spinge il genitore dominante a fondersi e confondersi con il figlio che interpreta il ruolo di portavoce dei disagi interiori del genitore. Terminato il procedimento giudiziario o quando il bambino diventa adolescente/maggiorenne, il rapporto tra genitore dominante e figlio lentamente si rovina.

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