Dal documento Unicef sull’ascolto del minore nei casi di abusi sessuali sui minori:
L’esperto deve essere scelto tra coloro che sono accreditati nella comunità scientifica di riferimento, che siano esperti di psicologia dell’età evolutiva e siano dotati di adeguata esperienza clinica. Deve essere accuratamente evitato di affidare l’incarico di consulenza a un tecnico che sia anche psicoterapeuta del minore al fine di non confondere ruoli profondamente diversi.
Sul “suggerimento” che i periti siano esperti di psicologia dell’età evolutiva, presente anche nell’art. 498 c.p.p., mi sono espresso già tantissime volte nei vari eventi formativi e seminari/convegni pubblici.
Sostenere che il perito debba essere esperto in psicologia dell’età evolutiva non rappresenta un indice di garanzia.
L’esperto in psicologia dell’età evolutiva potrebbe essere un bravissimo psicologo con i bambini che sa tutto di DSA, autismo ecc., ma nulla o poco sa di Psicologia Giuridica e di ascolto del minore presunta vittima di abuso sessuale (tecniche di intervista, domande suggestive ecc.).
Altresì per l’esperto in neuropsichiatria forense vale lo stesso ragionamento. E’ vero che negli studi del corso di specializzazione ci sono degli insegnamenti di neuropsichiatria forense, ma probabilmente insufficienti a fornire un’adeguata preparazione nel campo forense del neuropsichiatra.
Tornando ai suggerimenti Unicef, si fa riferimento ai periti che “siano dotati di adeguata esperienza clinica”.
Anche questo aspetto potrebbe essere fuorviante e risultare ambiguo per lo stesso motivo di cui sopra. Uno psicologo potrebbe avere una grandissima esperienza in ambito clinico, ma scarsa nell’ambito forense.
Inoltre, un aspetto da non sottovalutare, come si fa a dimostrare un’adeguata esperienza clinica? Si mostrano le fatture dei pazienti dello studio privato?
In conclusione, credo che il perito, così come l’ausiliario che ascolta il minore, debbano possedere un know how in Psicologia Giuridica e dimostrarlo.
Una possibilità di utilizzare al meglio uno psicologo dell’età evolutiva o un neuropsichiatra infantile con esperienza in campo clinico potrebbe rappresentarsi all’interno di una perizia collegiale, a due.
L’esperto in infanzia/adolescenza valuta le “competenze generiche” del minore, lo psicologo giuridico si occupa, invece, di analizzare le “competenze specifiche”.
Una possibilità/proposta che, tuttavia, prevede anche una spesa economica maggiore, ma a vantaggio di una perizia probabilmente molto accurata.
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