Civile: 10 regole del consulente improvvisato. Ecco le 10 regole più diffuse e affermate dei Consulenti Improvvisati di Ufficio e di Parte nelle cause civili di separazione/divorzio/affidamento.
1. Il setting peritale è simile a quello clinico
Il Consulente crede fortemente che il setting peritale sia simile a quello clinico. Affronta i colloqui con i periziandi (coppia genitoriale e minori) in veste di Psicologo Clinico/Psicoterapeuta. Se è di approccio psicodinamico, interpreta tutto. Se trattasi di CTP, può rimproverare al CTU di non aver instaurato una buona “alleanza terapeutica”, ad esempio, con la coppia genitoriale. Il tutto messo a verbale.
2. I verbali sono un optional
Il buon CTU improvvisato non sa assolutamente come si compili un verbale di operazione peritale e/o, nel migliore dei casi, non sa nemmeno a cosa serva. Ritiene che “siamo tra di noi, è tutto ok”.
3. I CTP non servono a nulla
Il buon CTU improvvisato ritiene che i Consulenti Tecnici di Parte non servano praticamente a nulla. Il CTU improvvisato mantiene personalmente i contatti con i periziandi, scavalcando gli Avvocati e i CTP.
4. Tutti insieme appassionatamente con i minori
I migliori CTU e CTP improvvisati, ritengono sia utile partecipare tutti insieme agli incontri in cui sono presenti i minori. Dunque, si può verificare un incontro peritale nella stessa stanza con il minore alla presenza del CTU e i CTP. Se il minore è fortunato, i CTU e i CTP possono fornire, durante l’incontro, cioccolate e regali per “allietare il povero bambino che è una vittima!”.
5. Nessuna comunicazione agli Avvocati
Il buon CTU improvvisato, non comunica mai il calendario delle operazioni peritali agli Avvocati, ma solo direttamente ai periziandi e/o, nel migliore dei casi, ai CTP.
6. Niente incontri congiunti
L’ottimo CTU improvvisato non prevede incontri peritali congiunti. Li ritiene inutili, probabilmente “dannosi” per la coppia e per i figli: “non li prevedo perché sicuramente i genitori litigheranno davanti ai figli!”.
7. Nessuna metodologia 
Il buon CTU improvvisato, ovviamente, non possiede alcuna metodologia scientifica di riferimento. Effettua la perizia, giustamente, improvvisando. Si sveglia la mattina e decide “tra una settimana voglio somministrare il CAT al minore!”. Non conosce il “Protocollo di Milano” e a casa possiede solo libri di Freud, Paolo Crepet e Raffaele Morelli.
8. Nessuna bibliografia di riferimento
il buon CTU improvvisato non inserisce nella relazione peritale una bilbiografia di riferimemento. Tutte le conclusioni a cui giunge, se le raggiunge, sono frutto della sua comprovata esperienza e soggettiva interpretazione dei fatti.
9. Io posso fare tutto
Il buon CTP improvvisato, ad esempio, conosce già i minori perché visti e valutati in veste di Psicoterapeuta, precedentemente alla sua nomina di CTP. Ovviamente con il solo consenso informato di uno dei genitori.
10. I cavilli giuridici non interessano
Il buon CTU/CTP improvvisato è colui che afferma “i cavilli giuridici non mi interessano, la prassi peritale non la conosco”. In pratica non sa cosa sia una Sentenza della Corte di Cassazione e ignora totalmente quale sia la metodologia peritale. L’importante sono i benedetti colloqui.

Iscriviti alla Newsletter via WhatsApp

Condividi questo post

By Published On: 30 Dicembre 2013Categories: Metodologia Peritale0 Comments on Civile: 10 Regole del Consulente ImprovvisatoTags: , Last Updated: 30 Dicembre 2013

Leave A Comment

Post correlati

Total Views: 421Daily Views: 1