Sarebbe sufficiente visionare i quesiti peritali standard, adottati da quasi un anno, del Tribunale Civile di Roma nei casi di CTU psicologiche/mediche relative ai casi di separazione e affidamento per rendersi subito conto che c’è un problema, forse più di uno.
# CTU con delega di onnipotenza
Secondo il Tribunale di Roma il CTU ha il potere di svolgere qualsiasi attività: dall’esame del capello sui genitori per sapere se assumono sostanze stupefacenti alla possibilità di chiedere una relazione clinica allo psicologo che segue privatamente uno dei due genitori. Non c’è limite ai poteri del CTU: ritiene di poter fare tutto ciò che è nelle sue “impossibilità” per una non meglio precisata tutela del minore.
# Come CTU posso obbligarvi a fare una psicoterapia
Alcuni CTU ritengono realmente di poter interferire nella vita privata dei genitori obbligandoli ad intraprendere un lavoro psicologico (sostegno psicologico o psicoterapia) in aperto spregio all’art. 32 della Costituzione, alla legge sul consenso informato (L. 219/17), all’orientamento della Cassazione e al Codice Deontologico degli Psicologi e dei Medici.
# Genitori minacciati
Se non vi curate, come vi propongo io, vi levo l’affidamento del figlio o, nel peggiore dei casi, mando vostro figlio in casa famiglia. Siete conflittuali e dovete curarvi. Come se la conflittualità fosse una malattia annoverata nel DSM-5 che provoca danni sui figli.
Altra minaccia riguarda l’esame di personalità e la relativa somministrazione di test psicologici di personalità in capo ai genitori nelle CTU. Questi genitori devono essere esaminati dalla A alla Z e guai se uno dei due si dovesse rifiutare invocando la libertà di scelta e il consenso informato: chi non si sottopone alla somministrazione dei test psicologici di personalità nasconde qualcosa per cui non è adatto a fare il genitore. I test, naturalmente, il CTU li fa somministrare ad un suo ausiliario, pagato direttamente dalle parti senza alcun decreto di liquidazione da parte del Giudice. Poi, in alcuni casi, l’ausiliario, quando diventerà CTU, nominerà ausiliario il CTU della precedente consulenza tecnica.
# Genitori velatamente minacciati
Stesse considerazioni del punto precedente, ma il CTU invece di “obbligare”, “invita” i genitori ad intraprendere un lavoro psicologico. In caso di rifiuto da parte di uno o entrambi i genitori, le conseguenze sarebbero molto probabilmente negative.
# Monitoraggio dei Servizi Sociali
I Servizi Sociali sono pieni, anzi strapieni, di casi inviati dai Tribunali. Hanno il compito di “monitorare”, non si sa bene come, la famiglia “sopravvissuta” ad una CTU. Infatti, è quasi sempre il Consulente del Giudice che propone/dispone il famoso monitoraggio in cui vengono disposti anche improbabili e non meglio definiti “incontri protetti” tra figli e genitori.
# Coinvolgimento di cooperative sociali
Solitamente, il caso viene affidato direttamente ai Servizi Sociali oppure a delle cooperative sociali private che ottengono finanziamenti pubblici. Sui siti internet di molte di queste realtà private-pubbliche non ci sono nemmeno i riferimenti degli operatori che ci lavorano oppure non si riesce nemmeno a capire che metodologia scientifica utilizzano per gestire queste famiglie divise.
# Acconti di CTU importanti
In ogni CTU, il Giudice dispone un acconto nei confronti del Consulente a carico di una o entrambi le parti. Acconto che si aggira circa a 1.000 € (mille) per ogni figlio. Cioè, se nella famiglia da valutare in CTU ci sono due figli, l’acconto sale a circa 2.000 €. Negli altri Tribunali come funziona? L’acconto si aggira a circa 300/400 € in totale, a prescindere dal numero dei figli.
# Dov’è la Magistratura in tutto questo?
La Magistratura pare abbia delegato totalmente i Consulenti d’Ufficio in questi procedimenti: vi diamo tutto il potere, risolveteci questi casi.
# Se un genitore volesse opporsi e denunciare questo sistema?
Potrebbe farlo, ma prima di tutto dovrebbe valutare che ci sono in gioco i suoi figli: se dovesse opporsi ad una o ad alcune imposizioni illegittime del CTU, molto probabilmente subirebbe limitazioni sull’esercizio della sua responsabilità genitoriale.
Se poi decidesse di denunciare si troverebbe innanzi ad un sistema apparentemente blindato: i quesiti peritali standard sono stati sottoscritti dal Tribunale di Roma, Ordine Avvocati di Roma e Ordine Psicologi Lazio.

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