Cos’hanno in comune la Carta di Noto e un mozzicone di sigaretta?
La Carta di Noto rappresenta, in Italia, le linee guida scientifiche più accreditate in tema di violenza sessuale su minore.
Nella premessa si legge:
Il seguente protocollo, nel fare propri i principi delle “Linee guida nazionali – L’ascolto del minore testimone” (2010), delinea e specifica, alla luce delle attuali conoscenze scientifiche, le migliori prassi a cui attenersi nella raccolta della testimonianza di un minore e nella valutazione della sua capacità di testimoniare..
Tuttavia, ancora nel 2018, i principi della Carta di Noto in alcuni Tribunali sono disattesi:
– “la carta di noto non è vincolante!”
– “la carta di noto non è legge!”
– “la cassazione ha cassato la carta di noto!”
– “la carta di noto si usa solo a Noto!”
La Carta di Noto, ovviamente, non è vincolante, nel senso che il non rispetto dei principi in essa contenuti non prevede sanzioni.
Non è vincolante nemmeno l’utilizzo di strumentazione sterile per la raccolta di un mozzicone di sigaretta dalla scena criminis, ma anche i bambini sanno che prelevare un mozzicone a mani nude significherebbe inquinare il reperto, rendendolo inutilizzabile in fase probatoria.
Nessuna sanzione, come per la Carta di Noto, è prevista per chi non rispetta queste regole basilari del sopralluogo giudiziario.
Eppure nessuno si sognerebbe, nel 2018, di raccogliere un mozzicone di sigaretta a mani nude.
Invece, quando si tratta l’argomento “abusi sessuali su minori” sembra regnare una sorta di “anarchia metodologica” in cui tutti fanno il contrario di tutto, non seguendo procedure standardizzate e accreditate dalla comunità scientifica.
La raccolta della testimonianza di un minore presunta vittima di violenza sessuale dovrebbe essere considerata alla stregua di quel famoso mozzicone di sigaretta: raccoglierla con le dovute cautele eviterebbe possibili errori tali da inquinare la prova dichiarativa.
La migliore tutela del minore è il rispetto delle procedure.
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