Leggo con grande interesse alcuni commenti alla recente ordinanza della Cassazione in tema di PAS e Madre Malevola. Chi critica la PAS, intesa come sindrome, propone come soluzione ovvero prevede l’esame della personalità dei genitori.
Tuttavia, la PAS è “figlia” proprio di questa cattiva e illegittima prassi di esaminare, in sede di CTU, la personalità dei genitori per effettuare una forzata e improbabile correlazione con le c.d. “capacità genitoriali”.

Insistere con l’esame di personalità dei genitori può produrre degli errori-orrori metodologici, tra cui la diagnosi di PAS (intesa come sindrome).
Infatti, se il Tribunale chiede al CTU di valutare la personalità dei genitori, “previa somministrazione di test psicologici”, non fa altro che avallare ipotetiche diagnosi in capo ai genitori, etichette cliniche che proverebbero l’incapacità di quel genitore solo perché “è così”: a tal proposito la “colpa d’autore” richiamata dall’ordinanza della Cassazione.

Al Tribunale non dovrebbe interessare la personalità del genitore, ma il suo comportamento.
In sintesi:

– nessun esame di personalità dei genitori e nessuna somministrazione dei test psicologici
– nessuna diagnosi clinica nei confronti dei genitori
– nessun suggerimento/nessuna prescrizione di improbabili trattamenti psicologici coatti nei confronti dei genitori

ma:

quesito peritale chiaro e ancorato a concetti giuridici (art. 337-ter co.1 c.c.)
– CTU che valutano i comportamenti di genitori e figli e le dinamiche relazionali tra i membri della famiglia divisa
– il CTU non deve esprimersi su questioni giuridiche tra cui affidamento, “collocamento”, modalità di frequentazione tra figli e genitori
– il Giudice decida partendo dal punto di vista del figlio e non dei genitori: “come vengono percepiti i genitori dal figlio?”

Nel libro “Voglio separarmi da te, non da nostro figlio” (2021) trattiamo nel dettaglio questi argomenti:

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