Leggevo questo articolo e la conseguente falsa polemica sull’opportunità o meno di pubblicare le “risposte” da fornire durante la somministrazione del Test di Rorschach. Prima di tutto Wikipedia non è stata la prima ad effettuare una “rivelazione” del genere. Infatti da anni sono presenti in giro per la rete files contenenti la spiegazione del Rorschach su come si somministra e, soprattutto, le risposte da dare per ottenere vantaggi o svantaggi (dipende dalla situazione).
Sicuramente rivelare al grande pubblico le risposte più frequenti potrebbe risultare nocivo per l’obiettività del test, ma imparare le risposte a memoria prima di una somministrazione non rappresenta necessariamente una strategia efficace per gli intenti di cui sopra.
Primo: anche se un soggetto dovesse “studiare” il Rorschach (o dovesse essere istruito da qualcuno), il test andrebbe ad evidenziare comunque numerose variabili diagnostiche quali, ad esempio, il tempo delle risposte, manifestazioni particolari, la quantità delle risposte, gli shock ecc ecc. Dunque il somministrando dovrebbe tenere sotto controllo anche queste ed altre variabili.
Secondo: il test di Rorschach dovrebbe essere somministrato all’interno di una batteria di test, quali ad esempio test grafici, mmpi-2 i cui risultati verrebbero confrontati.
Terzo: i test costituiscono dei “facilitatori” diagnostici. Di solito non si somministrano dei test senza effettuare dei colloqui clinici.
Quarto: se il professionista dovesse accorgersi del tentativo di fornire risposte già confezionate a tavolino, questo elemento produrrebbe già di per sé una ipotesi diagnostica.
Quinto: se esiste tutta questa polemica sull’opportunità di rivelare le risposte del Rorschach, esiste ancora un grande timore reverenziale nei confronti del Re dei Test…
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