Il Rorschach è considerato uno dei test più attendibili e completi, non a caso è il più complesso e difficile da apprendere e da somministrare. La sua creazione si deve ad Hermann Rorschach nel fine ‘800, ma ancora oggi è il test più utilizzato sia in ambito clinico, sia in ambito giuridico.
Consiste in X (10) tavole di “macchie di inchiostro” che non rappresentano alcuna figura o disegno in particolare, ma producono stimoli percettivi, per cui il somministrando è portato a dire cosa vede in ognuna di esse.
Esistono diverse scuole di pensiero sulla modalità di somministrare il test. In Italia il metodo più diffuso è quello appartenente alla Scuola Romana Rorschach; negli USA, invece, si usa soprattutto il metodo “Exner”. Qui tratteremo quello italiano.
Le fasi del Test di Rorschach sono le seguenti:
- Somministrazione (soggetto e somministratore)
- Prove supplementari (soggetto e somministratore)
- Inchiesta (soggetto e somministratore)
- Siglatura (somministratore)
- Computo generale dei dati (somministratore)
- Interpretazione (somministratore)
Non esiste una durata standard del test e non esiste, teoricamente, alcun limite di tempo. La durata complessiva (fasi 1, 2, 3) dipende dalla reattività del paziente nel rispondere e nell’eseguire le prove. Ogni Rorschach è un test a sé, cioè in pratica non esiste la possibilità di somministrare due test a due persone diverse ottenendo le stesse risposte e medesimi risultati.
Ogni tavola rappresenta qualcosa a livello simbolico. Ognuna di esse si richiama sempre con il numero romano (I, II, III, IV…).
E’ importante sottolineare che la somministrazione del solo Rorschach non fornisce elementi diagnostici sufficienti. I test sono strumenti ausiliari che, teoricamente, mai dovrebbero sostituire uno o più colloqui clinici. E’ necessario sottoporre il soggetto a colloquio clinico e poi decidere quali test somministrargli. Almeno una batteria di 5 tests è sufficiente per ottenere una diagnosi. In ambito peritale il Rorschach è molto utilizzato, anche se molto “attaccato” dalle parti, poiché il risultato finale dipende anche e soprattutto dall’esperienza del professionista. Non a caso per imparare ad utilizzarlo sono necessari almeno due anni di formazione.
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