Provvedimento di un Tribunale
In particolare, si dispone che il Consultorio Familiare provveda ad effettuare una indagine psico-sociale – anche con compiti di vigilanza e monitoraggio – sui genitori, sul minore e sulla relazione genitori-figlio, in particolare il predetto
Consultorio dovrà:
1) previ contatti, se del caso, con gli istituti scolastici presso i quali è iscritto il minore, assumendo informazioni dal Dirigente e dal personale docente, e previa audizione anche del figlio minore (tramite personale specializzato), effettuare l’indagine tesa a:
2) convocare e ascoltare la coppia genitoriale, individuando, nel contraddittorio delle parti, i motivi che impediscono di raggiungere un accordo sulle modalità di esercizio della responsabilità genitoriale e sulla scelta della residenza del minore, sottolineando, e favorendo, ove possibile, un percorso condiviso e un accordo tra le parti che regoli le modalità di gestione e di visita del minore, nonché il suo collocamento e mantenimento;
3) predisporre un calendario di incontri madre figlio con cadenza settimanale;
4) accertare quale sia il contesto abitativo e familiare nel quale vive il minore e se esso sia adeguato;
5) appurare quale sia il contesto abitativo e familiare dell’altro genitore del minore e se esso sia adeguato;
6) accertare quali siano le condizioni del minore e il rapporto con i genitori, oltre che con le altre figure parentali, ed eventuali conviventi se presenti;
7) evidenziare eventuali disturbi o disagi nella crescita o se il minore viva una situazione di disagio psicologico nel rapporto con una o con entrambe le figure genitoriali che possa pregiudicare il suo sereno sviluppo psicologico e, in particolare, accertare se, eventualmente, tali disagi siano causalmente riconducibili alle condotte di uno o entrambi i genitori, avuto riguardo principalmente al rifiuto del minore di incontrare la madre;
8) valutare la qualità delle relazioni di ciascun genitore con il figlio minore e le rispettive competenze genitoriali, evidenziando eventuali profili di criticità, chiarendo se ciascun coniuge sia in grado di svolgere il proprio ruolo in modo da garantire una crescita equilibrata del figlio;
9) descrivere, in particolare, l’atteggiamento di ciascun genitore nella gestione del conflitto all’interno della coppia e la rispettiva disponibilità a tutelare l’immagine e il ruolo dell’altro genitore, nonché ogni altro aspetto rilevante ai fini della decisione sulle modalità di affidamento, in particolare, descrivendo se siano evidenziabili forme e/o comportamenti, consapevoli o inconsapevoli, di condizionamento psicologico a carico del minore o di strumentalizzazione dello stesso nell’ambito del conflitto di coppia da parte di uno o di entrambi i genitori;
Dispone che il Consultorio incaricato provveda a depositare presso la Cancelleria del Tribunale:
a) relazioni bimestrali sulla attività svolta;
b) nonché relazione finale
esaustiva entro il 10.01.2023.
Questo provvedimento dimostra l’abdicazione del Tribunale ai propri poteri giudiziari. Una delega totale al Servizio Sanitario Nazionale che dovrebbe compiere uno sforzo per svolgere mansioni che non possono rientrare in quelle di un Consultorio, servizio sanitario.
Addirittura, gli Psicologi del Consultorio dovranno sperimentare anche la modalità di frequentazione tra figli e genitori, prerogativa del Tribunale, non certo di uno Psicologo. Anche perché se dovesse capitare qualcosa di “spiacevole” durante la frequentazione imposta dal Consultorio, su chi ricaderebbe la responsabilità? Naturalmente sullo Psicologo.
Per non parlare dei trattamenti sanitari imposti ai genitori e per finire alla valutazione delle competenze genitoriali, attività che viene svolta nelle CTU, non nei Consultori.
Il Consultorio dovrebbe ascoltare «in contraddittorio tra le parti» i genitori, come se fossimo in Tribunale, anziché in una stanza del Consultorio per individuare «i motivi che impediscono di raggiungere un accordo sulle modalità di esercizio della responsabilità genitoriale e sulla scelta della residenza del minore»: questo non sarebbe un compito di un Tribunale?
Insomma, una delega totale al Servizio Sanitario Nazionale (e agli Psicologi). La sensazione è rinviare il più possibile ogni decisione per quanto riguarda le cause di diritto di famiglia. Rinviare e delegare: chissà, nel frattempo, accade qualche cambiamento che faciliti qualsiasi provvedimento.
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