Intervista di Rosita Gangi a Marco Pingitore pubblicata il 26/05/10 su Il Quotidiano della Calabria
Dottor Pingitore in base alla sua esperienza chi sono le persone che si  rivolgono principalmente alla vostra associazione, in seguito a una separazione?
La nostra Associazione, l’AIPSI, comprende Soci psicologi-psicoterapeuti dislocati in diverse città italiane. Le coppie che decidono di separarsi difficilmente iniziano un lavoro psicoterapeutico. I coniugi si rivolgono ai rispettivi avvocati che avviano le pratiche della separazione delegando quasi totalmente tutte le azioni legali da intraprendere. La coppia che si rivolge ad uno psicologo, probabilmente, crede ancora nell’unione ed effettua un tentativo di riavvicinamento.
Quali sono le problematiche principali?
Le problematiche principali di una coppia che decide di separarsi sono molteplici. L’assenza di comunicazione è una delle principali. Dopo anni di convivenza e condivisione ci si accorge di non riuscire più a comunicare. Quindi iniziano i silenzi, i dispetti, gli equivoci, i malintesi, le interpretazioni libere e si viaggia su un livello comunicativo strettamente implicito. La gestione dei figli, della casa, delle finanze, le difficoltà nel lavoro, la mancanza di stimoli, problematiche di tipo sessuologico sono cause che si riscontrano frequentemente. Intraprendere un lavoro di tipo psicologico-psicoterapico sicuramente non significa necessariamente modificare gli individui e la storia della coppia, ma cambiare le situazioni co-costruendo, insieme ai pazienti, soluzioni alternative a quelle già sperimentate in maniera fallimentare.
Quali sono le strade da seguire per un minore, figlio di separati, che ha bisogno di aiuto? Esistono strutture dedicate a Cosenza?
Praticamente non esistono strutture dedicate ai minori in tema di separazioni/divorzi. A parte qualche casa famiglia, a Cosenza e provincia manca uno “spazio neutro”, cioè un luogo protetto dedicato agli incontri tra il genitore non affidatario e il figlio. Spesso il Giudice impone delle prescrizioni ad un genitore costretto a vedere il figlio solo in determinate e specifiche condizioni ristrette di spazio e tempo con il fine di tutelare il più possibile il minore. Due stanze, un vetro-specchio, un sistema di audio-videoregistrazione costituiscono uno spazio neutro in cui almeno tre psicologi tentano di ricucire un rapporto genitore-figlio spesso quasi inesistente dopo anni di battaglie legali.
Anche gli ex coniugi ricorrono ad aiuti e alla psicoterapia? In che modo vengono aiutati e quali risultati positivi (in percentuale) si raggiungono?
Gli ex coniugi difficilmente ricorrono ad una psicoterapia. L’importante è essersi “liberati” del proprio partner, entrando così nell’illusione che tutti i problemi scompariranno. Chi, nonostante tutto, decidesse di rivolgersi ad uno psicologo potrebbe sicuramente lavorare sull’elaborazione del distacco e sulla riacquisizione della propria autonomia, potenziando il processo di individuazione.
Quali consigli dare a una coppia che si separa per non avere effetti devastanti sui figli?
La coppia che si separa produce quasi sempre effetti negativi sulla prole. I figli, specie se piccoli, non comprendono le cause della separazione dei genitori, addossandosi in alcuni casi tutte le colpe. E’ necessario sottolineare che la separazione dei genitori non è strettamente correlata ad eventuali problematiche psicologiche dei figli, ma sicuramente potrebbe provocare maggiori situazioni di disagio. Il figlio viene spesso triangolato e strumentalizzato per acquisire vantaggi. Ottenere l’affidamento della prole risulta un alibi per intraprendere una vera e propria battaglia legale in cui non esistono vincitori, ma solo vinti, i figli. Usualmente evito sempre di dispensare consigli. Posso solo affermare con determinazione che nessuno ci impone di sposarci. Esistono tantissime coppie che già durante il fidanzamento creano le premesse per un matrimonio fallimentare.
Cosenza è una città da separazioni/divorzi civili o di guerre tra ex?
Cosenza è una città come tutte le altre, in cui esistono coppie che decidono di separarsi entrando così in una vera e propria guerra, specie se sono presenti figli. Un problema sentito è anche il ruolo dell’avvocato che spesso e volentieri fa gli interessi del proprio assistito, senza credere in una mediazione e senza pensare all’interesse dei figli che dovrebbero essere gli unici soggetti da tutelare mentre i genitori giocano a farsi la guerra. Per fortuna moltissimi avvocati, mi riferisco anche alla realtà cosentina, tendono ad evitare in tutti i modi battaglie legali, facilitando il dialogo, ove possibile.
Ci può raccontare, nel bene e nel male, due casi emblematici da portare come esempio (ovviamente mantenendo l’anonimato dei protagonisti)?
Un caso particolare è di una coppia giunta da me per un problema del figlio. Si siedono tutti e tre e si parla per non più di cinque minuti della richiesta di aiuto. Immediatamente dopo i coniugi iniziano a litigare ferocemente accusandosi reciprocamente di questo e quello. La scusa del problema del figlio non ha fatto altro che rendere esplicito un problema relazionale di coppia. I due successivamente hanno intrapreso la strada della separazione. Un altro caso emblematico di una coppia con problemi di natura sessuologica. Riferivano di non avere più rapporti sessuali soddisfacenti a causa di un presunto disturbo di lui. Quello che accade nella stanza da letto, riflette inevitabilmente ciò che accade nella vita di coppia, per cui i due non parlavano più e non andavano più d’accordo. Dopo qualche mese di lavoro terapeutico la coppia è tornata ad avere una vita sessuale attiva riuscendo a ridurre notevolmente i momenti di scontro.
Si registrano casi di violenza su coniugi o su minori e che incremento hanno avuto negli ultimi tre anni?
Le statistiche sull’argomento sono facilmente opinabili perché esiste una casistica sommersa che non viene considerata. Tantissimi i casi di violenza intrafamiliare che non vengono denunciati. La maggior parte degli abusi avviene all’interno delle mura domestiche. La violenza sul coniuge, specie sulla donna, è molto frequente. Si tratta di violenza fisica, sessuale e anche psicologica, molto più subdola e difficilmente riscontrabile. Le violenze sui minori, soprattutto quelle di natura sessuale, rappresentano uno dei campi professionali di mio elevato interesse. Gli abusi sessuali a danno dei minori sono tantissimi e molto spesso rimangono impuniti perché l’omertà e il silenzio prendono il posto della denuncia e delle urla. Tanti casi di madri compiacenti che rimangono silenti e inermi davanti a violenze perpetrate sui figli da parte di mariti e familari. Questo è un argomento che dovrebbe essere trattato a parte, considerata la sua vastità e complessità.
La legge sullo stalking sta facendo registrare progressi sulle denunce anche a Cosenza?
Da quando è in vigore la legge sullo stalking si evidenzia un effettivo aumento delle denunce. Lo stalking è un tema molto delicato che richiede attenzione. Nel caso delle separazioni esistono tantissimi casi in cui un coniuge cerca in tutti i modi di ritornare con la sua ex corteggiandola, chiamandola al telefono, incontrandola per strada, ma questi comportamenti sono spesso denunciati come attività relativa allo stalking. Qual è il limite superato il quale non si parla più di corteggiamento, ma di molestia? Viviamo ancora in una cultura maschilista in cui il rifiuto non può essere accettato e in cui il “no” di una donna può essere frainteso e considerato come un “mi dice no, ma ci sta”.

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