L’audizione protetta è una forma particolare di udienza in cui viene ascoltato un minore (di anni 16) presunta vittima di reati di natura sessuale. Siamo in fase di incidente probatorio, in cui avviene l’assunzione della prova. La testimonianza del minore viene raccolta con l’ausilio di un esperto in psicologia dell’infanzia che ha il compito di facilitare la raccolta delle dichiarazioni del minore. L’audizione protetta si dovrebbe svolgere in uno “spazio neutro” cioè un luogo in cui il minore possa sentirsi tranquillo e tutelato. L’audizione si svolge in una sala con vetro-specchio unidirezionale e sistema di audio-video registrazione. Nella sala adiacente possono assistere attraverso il vetro il Giudice, gli avvocati di parte, i consulenti, i genitori della presunta vittima, il presunto abusante. Di solito le due sale sono intercomunicanti mediante citofono attraverso il quale il Giudice rivolge le proprie domande e quelle delle parti allo psicologo che, a sua volta, le trasformerà, se necessario, in un linguaggio consono all’età del minore per facilitarne la comprensione.
L’audizione protetta dovrebbe essere sempre audio-video registrata per “congelare” la testimonianza del minore, cercando di evitare, così, altri interrogatori che potrebbero provocare ulteriore e maggiore stress psicofisico e alterare la qualità e la quantità dei ricordi.
Consultare anche la legge 66/96
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