La recente ordinanza n. 2947 del 6 febbraio 2025 della Cassazione civile, sezione I, offre uno spunto di riflessione cruciale sul tema delicato della manipolazione genitoriale nei casi di affidamento dei minori. Questa decisione sottolinea come l’ascolto del minore, pur essendo un elemento importante, non possa essere l’unico criterio per determinare il suo “superiore interesse”, soprattutto in contesti familiari altamente conflittuali e caratterizzati da comportamenti manipolativi.

La decisione della Cassazione: l’importanza di una valutazione complessiva

La Cassazione, investita del caso, ha accolto il ricorso del padre. La Suprema Corte ha ribadito che, in situazioni di alta conflittualità genitoriale e manipolazione, l’ascolto del minore non può essere considerato l’unico fattore determinante. La Cassazione ha sottolineato che la Corte d’Appello avrebbe dovuto valutare in maniera complessiva tutti gli elementi a sua conoscenza, e non basarsi unicamente sulle dichiarazioni della minore.

Ecco i punti chiave dell’ordinanza:

  • Il principio della bigenitorialità: La Cassazione ha ribadito l’importanza della bigenitorialità, intesa come la presenza comune dei genitori nella vita del figlio, garantendo una stabile consuetudine di vita e salde relazioni affettive con entrambi.
  • La manipolazione genitoriale: la Corte ha evidenziato come la manipolazione genitoriale, accertata nel caso specifico, possa compromettere il diritto del minore alla bigenitorialità. I comportamenti ostruzionistici e manipolativi di un genitore, volti a limitare il rapporto del figlio con l’altro genitore, devono essere presi in seria considerazione nella decisione sull’affidamento.
  • L’ascolto del minore: sebbene l’ascolto del minore sia un diritto fondamentale, la Cassazione ha chiarito che le dichiarazioni del minore non sono vincolanti e non possono costituire l’unico elemento decisionale, soprattutto se il minore è influenzato o manipolato da un genitore.
  • La necessità di una valutazione complessiva: la Corte ha sottolineato l’importanza di una valutazione complessiva di tutti i fattori rilevanti per determinare il superiore interesse del minore, tenendo conto non solo del suo desiderio, ma anche del suo benessere psico-fisico e della necessità di garantire un rapporto equilibrato con entrambi i genitori.
  • Il ruolo della Corte EDU: la Cassazione ha richiamato anche la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), che sottolinea come l’interesse del minore debba prevalere in tutte le decisioni che lo riguardano. La CEDU invita le autorità nazionali ad adottare tutte le misure necessarie per mantenere i legami tra il genitore e i figli, evitando di troncare le relazioni familiari.
  • Le conseguenze della decisione della Corte d’Appello: la Cassazione evidenzia come la decisione della Corte d’Appello, basandosi unicamente sul desiderio della minore, non aveva tenuto conto del fatto che la collocazione presso il padre aveva dato esiti positivi e non aveva determinato alcuna situazione pregiudizievole per la minore, a fronte invece di comprovati comportamenti ostativi della madre.

Implicazioni e Riflessioni

L’ordinanza della Cassazione è un monito importante per i giudici e per tutti gli operatori del diritto di famiglia. Essa sottolinea la necessità di un approccio prudente e attento nella valutazione dei casi di affidamento, soprattutto quando si sospetta la presenza di manipolazione genitoriale. L’interesse del minore deve essere il faro guida, ma questo non può essere identificato semplicemente con la sua volontà, soprattutto se questa è frutto di una manipolazione.

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