Probabilmente solo gli addetti ai lavori conoscono questo “strumento per l’informazione del minore” dal titolo Marina era nei guai a cura del Centro TIAMA di Milano.
Si tratta si un ausilio per l’ “accompagnamento giudiziario per le persone minorenni di età compresa tra i 4 e gli 11 anni, vittime e testimoni di abuso sessuale e che devono essere ascoltati nell’ambito del processo penale”.
In pratica, si fa visualizzare il fumetto Marina era nei guai alle persone minorenni in procinto di affrontare l’audizione protetta in incidente probatorio.
Questo il link al fumetto, mentre di seguito la trascrizione integrale.
Ricapitoliamo: il bambino viene preparato all’audizione protetta per mezzo di questo strumento.
La mamma aveva chiesto allo zio di aiutarla a studiare matematica. Quando lo zio finiva presto di lavorare Marina andava a casa sua. Lo zio la aiutava a studiare le tabelline, era simpatico e le aveva anche insegnato a fare un sacco di giochi.
Ma un giorno ha cominciato a fare con lei dei giochi strani……..lei si doveva spogliare……..poi si spogliava anche lo zio, ci si doveva toccare e diventavano sempre più strani…
Marina si vergognava, ma come fare a farlo smettere?
Le tabelline Marina non riusciva proprio ad impararle. A scuola quando la maestra diceva di prendere il quaderno blu, quello dei numeri, a Marina tornavano in mente i giochi strani e schifosi dello zio.
Marina non riesce a stare attenta a scuola….qualche volta si sente speciale e tutta eccitata, ma il più delle volte si sente triste e molto spaventata.
La maestra Anna se ne accorge e cerca di parlare con Marina.
A Marina viene in mente la faccia arrabbiata dello zio e le viene paura; lo zio le aveva detto forte di non parlare con nessuno dei giochi che fanno.
La maestra è dolce ed accogliente; è grande, sa un sacco di cose, magari sa anche come Marina può fare per cavarsela….e Marina trova un po’ di speranza e il coraggio di raccontarle dei giochi che fa con lo zio.
La maestra Anna dice a Marina che ha fatto proprio bene a parlare.
Anche la maestra Anna deve chiedere consiglio, infatti Marina ha dovuto parlare dei giochi che faceva con lo zio con una poliziotta, con una psicologa….
è stato molto difficile….
Andando a casa si è sentita di dirlo anche alla mamma. La mamma all’inizio non poteva credere ma poi si è convinta…..
Poi Marina non ha più visto lo zio. Quando il Giudice che si occupa dei bambini ha saputo le cose che Marina aveva raccontato ha ordinato ai suoi genitori di non farla per ora incontrare più con lo zio
Marina ora è più tranquilla….
…..a scuola quando deve fare i problemi non fa più tanti errori…..
…..a volte però, quando è da sola, pensa ancora a quei brutti giochi
Le hanno detto che dovrà raccontare le cose dello zio ancora una volta, ad una persona importante che vuole capire se lo zio deve essere messo in punizione per quello che ha fatto…..
Marina dovrà parlare con il Giudice “dei grandi”.
Marina aspetta ma non succede niente…..passano i giorni, tanti giorni ma non succede niente
Un giorno la mamma le dice che è arrivata una lettera dove c’è scritto il giorno in cui il Giudice vuole parlare con lei.
Marina è stata tanto coraggiosa a parlare finora, ma quando sa che si avvicina il giorno in cui dovrà parlare anche con il Giudice il suo coraggio rimpicciolisce. Marina pensa che non ce la farà.
A scuola ricomincia a fare tanti errori ….non solo in matematica.
Nella sua mente tante domande, paure, preoccupazioni…..
Marina non sa com’è il Giudice “dei grandi”.
Si ricorda una volta di aver visto in televisione un film dove c’era un Giudice: era vestito tutto di nero, batteva forte un martello su un tavolo alto alto e sotto di lui tutti sembravano così piccoli…..
Quando spiegano a Marina che i Giudici “dei grandi” sono persone come la mamma, il papà, la maestra Anna, che hanno vestiti normali…..
…..forse anche le scarpe da ginnastica…..
…..Marina è un po’ meno spaventata
Nel film dove c’era il Giudice la stanza era enorme, affollata di gente, l’imputato con le manette era lì, aveva una faccia molto arrabbiata….
A Marina viene paura pensando alla faccia arrabbiata dello zio.
Quando spiegano a Marina che la stanza dove lei parlerà con il Giudice sarà una stanza piccola, forse ci saranno anche dei giochi e dei pennarelli; quando capisce che lo zio, se vorrà, potrà ascoltare dalla stanza accanto, senza che lei lo debba né incontrare né vedere, che solo poche altre persone oltre allo zio potranno ascoltare il suo racconto, Giudici e Avvocati…..
Marina si sente un po’ più sollevata.
Marina se lo immaginava che lo zio avrebbe avuto un avvocato per difenderlo…..
…..pensa lo zio ed il suo avvocato diranno al Giudice che non è successo niente…..
….pensa che loro riusciranno a farsi credere da tutti perché sono grandi e sanno parlare bene
Quando spiegano a Marina che ci sarà un avvocato anche per lei, un signore o una signora che hanno tanto studiato per imparare a difendere i bambini a cui sono capitate cose brutte come le sue, Marina pensa allora che anche lei potrà essere creduta.
Marina ha capito che anche i piccoli hanno il diritto ad avere un difensore!
Marina si immagina ora che dovrà parlare con il Giudice tutta da sola. E se non riuscirà a trovare le parole per raccontare quei giochi così brutti? Se le verrà vergogna, se le verrà da piangere?
Spiegano allora a Marina che lei potrà chiedere di avere vicino una persona cara, che le faccia coraggio, che possa stringerle la mano.
Potrà essere una persona che viene in mente solo a lei, una persona che la aiuterà a ritrovare il coraggio che aveva avuto quando era riuscita a parlare con la maestra Anna.
E’ importante che Marina ne parli con il suo avvocato….
Viene spiegato a Marina che con lei ci sarà anche una psicologa, esperta di bambini, che aiuterà il Giudice a farle le domande in modo tale che lei possa capirle bene e che la aiuterà quando dovrà dare delle risposte difficili. Quando Marina ha capito che non sarà sola ma avrà accanto delle persone pronte ad aiutarla ed a farla sentire meglio, si sente un po’ più serena.
Le viene anche detto che le cose più difficili da raccontare potrà scriverle invece che dirle con la voce e questo la fa sentire un po’ meno preoccupata
Il giorno si avvicina. Marina ora è meno spaventata ma pensa ancora che non riuscirà a raccontare tutto al Giudice. Pensa che quando tutti conosceranno i giochi che lei ha fatto con lo zio penseranno che lei è una bambina schifosa e non le vorranno più bene come prima. A Marina viene spiegato che quando le persone che le vogliono bene sapranno tutto quello che le è successo, potranno capirla meglio e le staranno ancora più vicino di prima.
Marina si chiede anche quanto sarà punito lo zio: non solo ha paura che si arrabbi con lei e voglia vendicarsi, ma in fondo non può dimenticare quando era così simpatico con lei, prima, quando era buono…..
Le viene spiegato che il giudice vuole soprattutto fermare lo zio: mica può continuare a diventare ogni giorno più strano e cattivo e fare del male ai bambini!!!
Poi sta a lui: se continua a voler restare strano e cattivo, peggio per lui, ma magari, proprio ascoltando le sue parole, si renderà conto di averla fatto soffrire moltissimo e forse cercherà di farsi aiutare per cambiare.
Marina pensa anche che se il Giudice è quello che mette in punizione le persone che fanno le cose brutte, metterà in punizione anche lei…anche lei ha fatto con lo zio quelle cose brutte!
Marina viene aiutata a capire che il Giudice sa bene che quando le cose brutte le ha fatte un adulto con un bambino, è solo l’adulto che va punito, è chi fa le trappole che va punito non certo chi ci casca dentro!
Marina è riuscita a parlare con il Giudice, pensa di avergli fatto capire bene come sono andate le cose con lo zio.
Il Giudice ci deve pensare.
Lei avrà sempre accanto qualcuno che la protegge e lo zio rimarrà lontano da lei per molto tempo ancora.
Durante questo tempo lo zio forse ripenserà al male che le ha fatto e si farà aiutare; se invece non cambierà, Marina intanto sarà cresciuta, sarà diventata più grande, avrà meno paura e si sentirà più capace di difendersi dai grandi che imbrogliano i bambini.
Il decreto del Tribunale di Cosenza n. 778/15 cita Marina era nei guai:
Appena arrivata di fronte alla telecamera la minore si profonde in una serie di insulti contro il padre, chiede di parlare con il “giudice dei grandi” per l”‘interrogazione di quinto grado”; Giudice a cui direttamente si rivolge attraverso la telecamera chiedendo che metta il padre in carcere per le “cose brutte” che ha fatto. Notando l’uso di tali espressioni e riferimenti della figlio alla circostanza che lei non conosce le tabelline, il perito scopre inoltre i due minori sono stati preparati ai colloqui con lui attraverso la visione di un video dal titolo “Marina era nei guai” fornito alla madre dalla CTP al dichiarato fine di tranquillizzarli in vista degli incontri con il CTU.
Dalla trascrizione della traccia audio di detto video fa nell sua relazione il perito emerge che la minore ripete le stesse frasi della “Marina” del video: evidente il condizionamento psicologico così ulteriormente operato sulla minore.
Il decreto della Corte d’Appello di Catanzaro n. 3405/15, confermando il primo grado di Cosenza, cita Marina era nei guai:
Assolutamente criticabile è, peraltro, come già rilevato dal Tribunale di Cosenza, la scelta operata dalla madre – sia pur su indicazione del consulente tecnico di parte – di fare visionare un video ai bambini prima dell’incontro con il consulente. In generale, l’ascolto dei minore deve avvenire serenamente ed in modo da escludere atteggiamenti che possano ingenerare nel minore sensazioni di protagonismo e, comunque, possano interferire con la spontaneità e la sincerità delle risposte.
Avere fatto vedere ai bambini un video dal titolo “Marina era nei guai” prima dell’ascolto ha certamente influenzato le loro risposte, tant’è che gli stessi, ed in particolare hanno riproposto, nel corso della loro audizione, diverse espressioni contenute nel predetto filmato.
A questo punto, la domanda appare più che legittima: Marina era nei guai o mette nei guai?
Due osservazioni:
La prima. Il bambino in procinto di essere ascoltato in audizione protetta non dovrebbe essere “preparato”, anche perché non si capisce chi e come debba praparare (per quale motivo?) la persona minorenne. Anzi, appare una prassi scorretta e potenzialmente pericolosa per via dei fattori suggestivi che potrebbero intervenire.
La seconda. Il fumetto Marina era nei guai appare uno strumento significativamente induttivo laddove dà per scontato che lo “zio” abbia abusato di Marina. I bambini sono facilmente suggestionabili per cui questo fumetto più che aiutare il bambino ad affrontare l’audizione, lo aiuta a confondersi.
Avete esperienze psicoforensi e cliniche, dirette/indirette, con questo strumento Marina era nei guai?
Avete sentenze in cui viene citato questo strumento?
Contattatemi o commentate.

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